Assisi 5.12.2009
Si è chiusa la prima intensa giornata di Assisi 2009, il Meeting del Csi, che quest’anno sta affrontando il suggestivo tema dello sport per la costruzione del bene comune e che ha raccolto gli indirizzi di saluto di diversi auotrevoli esponenti delle istituzioni, della Chiesa e dello Sport. Una partita giocata sul palco della Domus Pacis a S. Maria degli Angeli. Un primo set, pallavolistico, a giudicare dalla formazione schierata dal Csi e dal tipo di gioco dei protagonisti: preghiera iniziale, poi in campo arrivano gli attacchi e le battute taglienti di don Antonio Mazzi e della sua squadra della Fondazione Exodus, pronta a sostenere il pomeriggio con alcuni intervalli musicali. Al cambio palla subentra la profondità ed il ritmo di Andrea Barbetti, formatore nazionale e membro del comitato tecnico scientifico del CSI. Nello schema de “il ruolo dello sport nella società civile” Barbetti colpisce, fra citazioni, letteratura e spezzoni di film, da martello ed opposto. Entra poi Julio Velasco, l’allenatore della mitica Nazionale azzurra di pallavolo anni ‘90. Gioca da libero sui tanti temi educativi, in difesa dell’agonismo e - servito dal presidente nazionale Massimo Achini – veste il ruolo di centrale all’attacco di certi luoghi comuni sullo sport professionistico e dilettantistico. Dal palco i numerosi suoi assist strappano applausi ai 703 partecipanti all’incontro umbro, venuti da 19 regioni e da 98 comitati. Ma ancora più applaudito, a fine giornata, Santo Gagliano, l’indimenticato dirigente, guida nella famiglia Csi. Alla sua memoria la Presidenza Nazionale ha intitolata la sala riunioni della sede di Via della Conciliazione. Lì, nel ricordo dell’insegnante etneo, troverà posto il quadro raffigurante la sua Catania, donato al Csi dalla famiglia Gagliano, presente al completo nel parterre assisiano.
 
L’ intervento di Julio Velasco è stato in risposta alle domande del presidente Achini un lungo percorso fra vita e sport. Partendo dalle atrocità sui desaparecidos nella sua Argentina, passando per la folgorante filosofia di Eraclito “dalla conciliazione degli opposti ha origine la realtà”, per arrivare all’arte di educare. “E’ importante divertirsi seguendo le regole – ha detto l’attuale tecnico della nazionale spagnola - L’obiettivo è arrivare agonisticamente alla vittoria nel rispetto delle regole. Dico anche che lo sport a scuola è basilare, nell’assicurare la cura del corpo e non soltanto per i canonici fini cognitivi. Un difetto di questo Paese è nell’assenza di pianificazione. Sarebbe meglio per alcuni anni ottenere qualche medaglia in meno per garantirci un futuro migliore. Non è poi vero che è importante solo vincere. Alle Olimpiadi si va anche per partecipare, esserci, ed incontrare squadre che s’ allenano e che sanno già in partenza che non vinceranno mai” Un altro passaggio dell’allenatore argentino è stato sulla differenza biologica tra le squadre femminili e maschili. “Allenare le donne è assai diverso dagli uomini: le prime sfidano più sé stesse, mentre per i maschi la sfida è più con gli altri. Le ragazze usano l’emisfero emotivo, i ragazzi no. Gli occhi di tigre? L’ho sempre sostenuto perché gli occhi del felino meglio di tutti rappresentano la voglia di attaccare per mangiare, con grande determinazione. Ci vuole in campo quell’aggressività. Ma occorre saperla indirizzare.
Intervento Andrea Barbetti
 
 
Don Mazzi
“Abbiamo infinite dipendenze, alcool e droga sono solo quelle secondarie, ce ne sono molte altre nella vita quotidiana. Ognuno di noi deve liberarsi da esse, uscire e camminare per la propria strada. Dobbiamo avere coraggio di leggere la nostra vita. Ho parlato dell’ “esodo” ed ho scelto questa parola proprio perché rappresenta l’immagine di un popolo schiavo che vuole e riesce a liberarsi. Cristo è l’Esodo di Dio, ha lasciato il suo essere onnipotente ed è sceso sulla terra ed il Padre l’ha lasciato andare anche sapendo a cosa andava incontro accettando la sua scelta. Questo è quello che anche voi ragazzi del Csi e i vostri padri dovrete fare. Dovete liberarvi, scoprire nuovi idoli. Per me il bene comune è riprendere in mano la vostra vita e non restare attaccati a ciò che avete, ma adoperarvi ad aiutare voi stessi e gli altri.
Il Vangelo è riuscito a far diventare “luoghi” i “non luoghi”, i grandi messaggi di Cristo sono venuti lungo la strada. Le strutture uccidono, meglio una grotta con un padre che ama che una bella casa senza amore. Noi che lavoriamo fuori dal tempio lavoriamo nei luoghi più autentici, ma dobbiamo trasformare questi non luoghi in luoghi.”
 
 
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