«Divieto di sosta» per lo sport di base
Il Centro Sportivo Italiano, dopo un weekend di grande incertezza, ha accolto con soddisfazione il nuovo Dpcm disposto dal Governo, da ieri pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Riguardo agli sport di contatto è infatti consentito alle Asd e alle Ssd dello sport di base (riconosciute da Coni e Cip) di svolgere regolarmente attività, nel rispetto dei protocolli del Csi e di altri Enti o Federazioni nazionali. Quindi, i campionati del Csi continueranno a svolgersi regolarmente. O almeno per un altro mese, fino ad un eventuale prossimo decreto.
A confermarlo è direttamente il presidente nazionale del Csi, Vittorio Bosio che così ha commentato: «La preoccupazione era altissima. I nuovi provvedimenti governativi, invece, ci hanno concesso ancora un po’ d’ossigeno vitale. Il rischio maggiore, se ci fosse stato un altro blocco allo sport di base, era quello di scoraggiare le tante società sportive che con grande passione e impegno si sono messe in gioco per ripartire in sicurezza, investendo in risorse umane ed anche in risorse economiche importanti, tra sanificazioni degli impianti, formazione dei responsabili per la prevenzione del contagio da Covid–19, e tanto altro. Ora certamente, pur nella consapevolezza del difficilissimo momento per il Paese, la speranza di tutti è che non sia soltanto un “via” temporaneo. Le società sportive necessitano più che mai di certezze. Il benessere dei nostri ragazzi credo passi anche dal non aver alcun dubbio, dopo aver trascorso le ore mattutine a scuola, di poter praticare una sana attività sportiva, in sicurezza presso le nostre società sportive».
Il Csi, ha dunque dei protocolli anti Covid già sperimentati?
Nei mesi del lockdown abbiamo lavorato con autorevoli partner scientifici (vedi box ndr) per poter essere in grado di promuovere dapprima i centri estivi e le vacanze– sport in tutta Italia e successivamente per tornare ad organizzare nel territorio campionati giovanili e dilettantistici, tutti comunque assoggettati ai rigorosi protocolli igienico–sanitari di cui l’Associazione si è dotata. Per ogni disciplina sportiva abbiamo delle linee guida che garantiscono il rispetto delle norme di sicurezza. Si tratta di attenzioni necessarie per la ripresa e per la prosecuzione delle attività che, adottati con puntualità nei nostri campionati, consentono di minimizzare i rischi e di contribuire a tenere sotto controllo l’evoluzione del contagio. Sportivamente, siamo pronti a giocare la nostra partita per battere questo virus e riprenderci il nostro diritto di vivere lo sport in libertà e in sicurezza.
In questi giorni ha visitato diversi oratori. Come li ha trovati?
Gli oratori hanno vissuto situazioni complicate, non potendo accogliere ragazzi e giovani, né offrire momenti di svago, di incontro ed aggregazione. Molti di loro hanno fatto tanto. Parecchi però, purtroppo, sono ancora chiusi. Ci sono tante ansie e timori, che vanno superati. In questo, le nostre società credo davvero possano andare in soccorso ed aiutare a riaprire e ripartire. C’è bisogno di dare fiducia e speranza e ciò passa attraverso gesti di coraggio, naturalmente senza imprudenze. In tutta questa negatività c’è anche da rilevare qualche nota positiva: abbiamo riscoperto il ruolo del volontariato. In molti si sono avvicinati offrendo disponibilità e servizio per far sì che anche negli ambienti sportivi si torni a giocare ed avvenga tutto in sicurezza. Se non ci saranno le condizioni siamo consapevoli che gioco e sport potranno di nuovo esser fermati, ma il nostro contributo e il nostro impegno sarà sempre al fine di salvaguardare la promozione sportiva, amatoriale e dilettantistica, così come il lavoro delle migliaia di persone occupate nello sport di base.
Tornando al Dpcm, presidente, vuole fare chiarezza su divieti e possibilità?
Il documento va letto con attenzione. Piscine e palestre ad esempio restano aperte se a norma con i protocolli. Sarà il Ministro dello Sport Spadafora a chiarire ogni possibile dubbio interpretativo oltre a quanto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Lì vi sono indicate tutte le discipline vietate e le sospensioni entrate in vigore.
Il nodo centrale oggi pare essere sulla definizione di cosa sia o non sia sport amatoriale
La parola chiave in questi mesi caratterizzati dalla pandemia è senza dubbio stata “responsabilità”. Ogni azione deve contemplarla e la si deve ricercare. Il recente Dpcm ammette gli sport proposti e gestiti da società sportive in grado di garantire il rispetto delle regole di prevenzione e vieta gli sport praticati in modo sporadico e spontaneo, fra amici, senza una specifica organizzazione.
Anche Papa Francesco nel recente incontro con il Csi aveva più volte sottolineato lo spirito amatoriale dello sport. Vero?
Lo ricordo benissimo. In Sala Clementina per i 75 anni di vita del Csi. Lo ha detto a me e a tutta l’Associazione presente in Vaticano.«Il profitto, l’agonismo esasperato e i gesti violenti sono tre atteggiamenti brutti cui manca la dimensione amatoriale dello sport». Aggiungendo ancora: «La vostra attività deve essere ispirata alla gratuità: dare! E per questo è importante nello sport custodire la dimensione amatoriale. È molto importante, perché custodisce la gratuità, la gratuità dell’essere, del darsi». Ecco: per noi amatoriale è legato alla parola “amore”, alla passione che gli educatori sportivi mettono al servizio dei più giovani e dei più piccoli. Non dobbiamo dimenticare che proprio i bambini sono stati i più colpiti dalla pandemia. Lo sport torna oggi ad accoglierli per recuperare una dimensione di relazioni autentiche: siamo sempre attenti al distanziamento fisico contro il virus, ma ci è davvero impossibile esercitare il distanziamento sociale. Questa è la dimensione amatoriale del Csi.