Sugli allenamenti degli atleti EPS in zona rossa
L’invito è alla prudenza
Con una nota della Presidenza Nazionale congiunta al Comunicato Ufficiale n.13 emanato dal Coordinamento Tecnico Nazionale dell'attività sportiva in data 20 marzo 2021, il CSI ha precisato che sono consentiti nelle zone rosse gli allenamenti di quegli atleti agonisti “che devono partecipare a competizioni ed eventi di preminente interesse nazionale consentiti ai sensi dell’art. 18 del DPCM del 2 marzo 2021 e non sospesi dall’art. 41, comma 1 del medesimo decreto”.
Dopo il lungo rincorrersi ed avvicendarsi di notizie, la scorsa settimana, a seguito dei Dpcm e delle successive Faq circa la sospensione degli allenamenti degli atleti EPS nelle regioni in zona rossa, a seguito dei chiarimenti richiesti dagli Eps al Dipartimento per lo Sport e tenuto conto anche dei chiarimenti interpretativi pervenuti al CSI con lettera del Segretario Generale del Coni, Carlo Mornati, si era reso necessario il 19 marzo da parte della Associazione convocare di urgenza la Consulta dei Presidenti CSI, un meeting on line cui sono stati collegati da ogni lato della Penisola 144 dirigenti per un proficuo confronto associativo.
Nel corso del confronto, anche con il supporto del parere tecnico a cura di studi professionali del settore, il presidente nazionale Vittorio Bosio ha più volte consigliato di fermarsi laddove possibile, facendo appello al senso di serietà e responsabilità, e richiamando le posizioni adottate dal CSI, nel rispetto delle norme vigenti, e suffragate dalle istituzioni sportive e governative: massima sicurezza e massimo rispetto dei protocolli sanitari, tutela delle società sportive affiliate, tutela della salute.
Necessaria dunque molta cautela, poiché nelle regioni in zona rossa, ad alto rischio di trasmissione del Covid, le scuole sono chiuse, e l’incidenza del virus nel tessuto sociale, è assai significativa. Lo sport deve essere ancor più in questo momento un presidio di attenzione e sensibilità al servizio delle comunità.
«Lo sforzo attuale è forse il più duro – ha affermato Bosio rivolgendosi ai presidenti territoriali – ma occorre molta prudenza, e saggezza al fine di mettere al primo posto, sempre e comunque, le persone, i più giovani, la difesa della vita. Grazie per tutto l’impegno, certo che insieme vinceremo anche questa gara».