24 ottobre 2021

Sandra Sabattini: la prima beata velocista

Uno sprint verso la santità. Oggi a Rimini la cerimonia

Dai successi nell'atletica, all'impegno con don Benzi e nella Comunità Giovanni Paolo XXIII, al miracolo attribuitole dalla Congregazione delle Cause dei Santi. La storia di una ragazza italiana oggi beata.

Si sa che ogni sport ha un suo santo patrono: San Giorgio per i cavalieri, la Madonna del Ponte per il basket, San Sebastiano per gli arcieri, San Bernardino da Siena per i pugili e via dicendo. Ma sono ancora pochi i santi sportivi. La santità è sempre stata riservata a personaggi austeri, ma da qualche tempo le cose stanno cambiando. Già Papa Wojtyla, San Giovanni Paolo II, aveva la passione per il calcio, il nuoto, la canoa ed anche gli scii. Adesso lo sport potrà avere una Santa velocista.

Si tratta di Sandra Sabattini, giovane di Rimini, discepola spirituale di don Oreste Benzi e della comunità Papa Giovanni XXIII, che viene beatificata oggi, domenica 24 ottobre nella cattedrale di Rimini.

Una ragazza bella, semplice, dolce, nata nel 1961 e morta in un incidente stradale a soli 22 anni. Una giovane che si distingueva per il suo legame personale col Signore, col quale dialogava ogni giorno in preghiera di buon mattino, per il suo aiuto ai poveri, per le battaglie a favore delle persone disabili e per il tempo dedicato ai ragazzi in recupero dalla tossicodipendenza. Ma non solo. Sandra si distingueva per la sua velocità.

La chiamavano la “gazzella”. Notata per la velocità nella corsa durante i Giochi della Gioventù, le proposero di entrare nella squadra di atletica leggera “Libertas” di Rimini. Sandra si allenava con i ragazzi perché non c’erano ragazze abbastanza veloci. Era una vera fuoriclasse, nonostante fosse minuta, alta appena 150 centimetri. L'attività agonistica era espressione della sua gioia di vivere, vissuta nella spensieratezza di adolescente, senza una particolare voglia di primeggiare. Le compagne ricordano di come, rientrate nello spogliatoio semi assiderate dopo due ore passate a correre a temperature quasi polari, ridevano e scherzavano insieme, mentre il custode le rimproverava per il troppo rumore. Al traguardo, alla fine di una gara era sempre la prima a congratularsi con chi aveva vinto e, se vinceva lei, tornava sui suoi passi a stringere la mano alle avversarie sconfitte. Non vedeva le avversarie come tali, ma piuttosto come compagne o amiche. Anche nello sport dava prova di umiltà e mitezza.

Nel 1974 è nella staffetta 4x 100 che conquista il titolo regionale nella categoria “ragazze”. Da alcune riviste del Coni Fidai possiamo ritrovare le sue prestazioni. Nel 1975, a quattordici anni, si classificò al 6° posto nei 60 m piani col tempo di 8''5 nella finale nazionale dei Giochi della Gioventù svoltasi a Palermo. A 15 anni correva gli 80 m piani in 10''8. Continuò a correre fino a vent'anni finché non si iscrisse alla Facoltà di Medicina a Bologna coltivando il sogno di partire come missionaria in Africa.

Alessandra (Sandra) Sabattini, muore ad appena 22 anni nel 1984 in seguito ad un incidente stradale avvenuto mentre si recava con il fidanzato ad un incontro della Comunità. Stefano Vitali, il primo segretario di Don Oreste Benzi nella Comunità Papa Giovanni XXIII, è stato guarito miracolosamente da un tumore per intercessione di Sandra Sabbatini.

Il 2 ottobre 2019, ricevendo in udienza il cardinale Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante il miracolo, aprendo la via alla beatificazione di Sandra. Cerimonia rimandata ad oggi a causa della pandemia per il coronavirus.

Chissà, forse non è forse casuale che l'atletica azzurra abbia conquistato, per la prima volta nella storia, l'oro olimpico nei 100 metri piani e nella staffetta 4x100 proprio nell'anno in cui una ragazza italiana diventa la prima Santa velocista.

Sandra Sabattini: la prima beata velocista