6 aprile 2022

Il Terzo settore lancia l’allarme

Il Forum: La riforma è a rischio se non si approvano le modifiche alla parte fiscale

Mercoledì 6 aprile il primo appuntamento di una serie di iniziative per chiedere con forza a governo e parlamento la rapida approvazione del nuovo dispositivo fiscale che manca per completare la riforma del Terzo settore, attesa ormai da 5 anni. Le parole della  portavoce del Forum Vanessa Pallucchi

Roma, 6 aprile 2022 – Manca ancora un ultimo passo, ma il mancato completamento della riforma del Terzo Settore, sta portando sofferenza e conseguenze gravissime per tutto il non profit italiano, in particolare per l’associazionismo di promozione sociale e per il volontariato. Crescono irritazione e sfiducia, dal momento che paradossalmente si chiede agli enti di trasmigrare nel Runts, senza che ne conoscano il destino fiscale.

Da quattro anni abbiamo posto la necessità di mettere mano alla fiscalità. Se non si provvede subito è a rischio la tenuta del non profit e il suo contributo alla coesione sociale”. A lanciare il grido d’allarme è il Forum del Terzo Settore, nell’incontro che si è tenuto questa mattina a Roma nella Sala Capranichetta in piazza Montecitorio, il primo appuntamento di una serie di iniziative per chiedere con forza a governo e parlamento la rapida approvazione del nuovo dispositivo fiscale che manca per completare la riforma del Terzo settore, attesa ormai da 5 anni.

La riforma avanza lentamente, alle nostre sollecitazioni non abbiamo avuto adeguate risposte, lanciamo un appello affinché la riforma del Terzo settore venga messa finalmente in cima all’agenda politica: non possiamo più aspettare” ha detto la portavoce del Forum Vanessa Pallucchi. “Stiamo parlando di 5milioni volontari, quasi 400mila realtà no profit e quasi 900mila dipendenti, non di una nicchia: se vogliamo che continuino a dare risposte durante le emergenze umanitarie e le crisi sociali, sanitarie rie ed economiche come hanno dimostrato durante la pandemia e ora per la guerra in Ucraina, è necessario che la riforma venga portata a termine”.

La revisione è ancora incompleta: è stato istituito il registro unico del Terzo settore, ma non il dispositivo fiscale, di conseguenza molti enti sono indecisi se iscriversi non conoscendo il regime fiscale a cui saranno sottoposti in base alle proprie attività.

Sulle associazioni, anche quelle che non svolgono attività commerciale, pesa poi anche la spada di Damocle dell’introduzione dell’Iva, solo sospesa per due anni.

Siamo a un passo dal completamento della riforma ma non si riesce ad arrivare in fondo: è necessaria una norma giusta ma anche efficace e applicabile, serve una semplificazione delle norma ed è necessario dare stabilità agli enti” ha aggiunto Marina Montaldicomponente del tavolo tecnico legislativo del Forum.

Centinaia di enti” ha messo in guardia Roberto Speziale coordinatore della consulta welfare del Forum stanno valutando di non entrare nel Terzo settore perché le norme sono troppo complesse: è un rischio che dobbiamo scongiurare. Al contrario dobbiamo dare al Terzo settore italiano la dignità, il riconoscimento e il supporto normativo che si merita e che gli consenta di continuare a svolgere bene la sua funzione”.

I principali nodi da sciogliere sull’attuazione della Riforma sono riconducibili al “pacchetto fiscale” di cui al titolo X del D. lgs 117/2017, che necessitano ancora di integrazioni e correzioni, viste le criticità sottostanti. La semplificazione nel test di commercialità, la retroattività da eliminare sul cambio da non commerciale a commerciale, le imposte indirette, le erogazioni liberali, l’accesso al regime forfettario, le agevolazioni per le imprese sociali. Vanno risolte le tante incertezze e l’incontro di questa mattina, cui ha partecipato anche il Csi, ha portato a chiedere al Governo la convocazione al più presto di un tavolo per avere al centro la definizione della materia fiscale. Affinché il Paese possa trovare un punto di ricaduta e non far soffrire più le organizzazioni e le associazioni, già provate economicamente dalla pandemia e dalla guerra con la conseguente emergenza umanitaria.