-IL PUNTO- Diamo allo sport un linguaggio educativo

L’emergenza educativa è oggi una realtà che riguarda tutte le sfere sociali, e non solo quella sportiva. Essa è dovuta soprattutto a problemi culturali profondi, ad una cultura che, con il suo relativismo, la sua tendenza a ridurre l’uomo ad un oggetto della natura tra gli altri, con il suo nichilismo di fondo, toglie le basi stesse dell’educazione, cosicché non è più chiaro quale siano lo scopo della vita, il senso e la dignità dell’essere uomo. Bene fa il CSI a proporre nell’Agorà di Parma una grande riflessione sul tema educativo. Dare allo sport un linguaggio educativo è importante, anche se non è facile. Quando l’attività sportiva è impostata bene, però, può dare un grande contributo alla formazione del carattere, radicando valori come la lealtà, la disciplina, il rispetto degli altri. Allo sport abbiamo dedicato un capitolo del "Rapporto sulla sfida educativa", facendone oggetto di una riflessione in qualche modo scientifica in collaborazione con il CSI. Nel vastissimo campo educativo, che comincia con i giovani, ma non finisce mai, perché l’educazione delle persone non finisce mai, lo sport può dare un contributo importante. L’augurio che faccio al CSI, alla vigilia dell’Agorà, è che tutti i dirigenti, gli allenatori e coloro che hanno in mano la formazione dei ragazzi siano essi stessi formati e preparati. La via è quella che vale per tutti: certamente entra in gioco la competenza professionale, ma ancor prima ci vuole la formazione spirituale, religiosa, morale, quella formazione che si ottiene attraverso la preghiera, la partecipazione alla vita della Chiesa, attraverso la catechesi e tutti gli strumenti normali della formazione del cristiano. Le parrocchie, i movimenti, i gruppi, gli istituti religiosi sono sempre stati un "vivaio" di ragazzi, ed oggi anche di ragazze, che si avviano alla pratica sportiva. Affinché ciò possa continuare è decisivo l’impegno dei laici cristiani, perché sappiamo che oggi i religiosi e le religiose che possono dedicarsi a tale compito sono meno numerosi che nel passato. Facciamo affidamento anche sul CSI affinché coloro che credono nello sport, che sono cristiani e vivono la vita della Chiesa, sappiano coniugare le due dimensioni ed aiutare i sacerdoti che hanno la responsabilità delle parrocchie a interiorizzare meglio il valore dello sport.