-IL PUNTO- Pedagogia della vittoria che supera le sconfitte
Investire oggi nell’attività sportiva giovanile non può significare organizzare qualche sorta di attività di intrattenimento per i ragazzi fine a se stessa, tanto per occupare il loro tempo libero. Significa piuttosto creare occasioni di impegno, che servano a "stanare" i giovani dalle loro apatie e dalle loro incertezze, abituandoli a mettersi alla prova e ad affrontare nuove sfide. Oggi si avverte il bisogno che i giovani rifondino la vita su basi di autenticità, di sicurezza, di una messa a profitto dei loro carismi. Devono, in altri termini, imparare a lottare e a darsi una "mentalità vincente", nel senso di orientarsi ad avere e perseguire con fermezza traguardi importanti, sapendo che essi si possono raggiungere solo con lo sforzo e la fatica di ogni giorno. Nello sport occorre non aver paura di educare a una mentalità e a una cultura dell’impegno e del sacrificio. Ciò si pone in controtendenza rispetto al diffuso e pervadente orientamento a generare uno sport di mero consumo, in cui vige l’appiattimento della passione, l’assenza di mete reali, lo spegnimento della voglia di "arrivare". Educare attraverso lo sport significa anche questo: affinare una "pedagogia della vittoria", che insegni ad andare oltre le possibili e prevedibili sconfitte. Né potrebbe essere diversamente: intrinseca all’attività sportiva sta l’istanza agonistica e competitiva. Perciò non si deve mai scartare la dimensione del successo e dell’affermazione di sé, anche in ambito educativo. Si tratta di far scattare le energie nascoste e sviluppare una proposta che tocchi sul vivo la sensibilità e la reattività dei giovani. Nel confronto agonistico i giovani prendono coscienza delle loro concrete possibilità e dei loro mezzi, sanno "metterli in gioco" in un quadro di strategia ben definito, ispirato dalla conoscenza delle regole e dalla consapevolezza dei propri limiti e delle proprie "qualità". L’azione educativa è un compito permanente del CSI. Ma se in passato era sufficiente esercitare lo stile educativo appreso nelle relazioni familiari e sociali, oggi i genitori, gli insegnanti, gli educatori sono sollecitati ad affinare le proprie capacità e a compiere scelte pedagogiche maggiormente consapevoli. C’è una responsabilità educativa da pensare in termini nuovi, come alleanza tra soggetti diversi: famiglia, scuola, parrocchia, territorio…, trovando un rinnovato equilibrio tra le differenti culture, orientato a un valore davvero decisivo: la trasmissione ai giovani dei significati essenziali del vivere e del dare un senso vero all’esistenza.