Il quarto giorno ad Haiti

Prosegue il diario di bordo giornaliero da Haiti. Gli allenamenti che proseguono, insieme alle visite ed agli incontri di programmazione. "Il Csi può portare un piccolo, ma importante tassello in quest'isola" scrive il presidente Achini

Come sempre sveglia alle 6, colazione e Santa Messa alle 7. Questa mattina il funerale di 5 bambini piccolissimi morti nella notte in ospedale. Nella mattinata incontro con Padre Rick Freschette per ragionare insieme su come dare progettualità e concretezza al Csi per Haiti. Poi visita ai progetti della Fondazione Rava nelle città. Alberto, Massimo, Federica e Arianna hanno invece passato tutta la mattina ad allenare i ragazzi.

Nel pomeriggio partenza per l'orfanotrofio di Kenscoff. Qui Paolo, da alcuni giorni, sta allenando la squadra di bambini haitiani che parteciperà alla Danone Nations Cup a Varsavia a settembre.

Al nostro arrivo abbiamo assistito alla festa di fine settimana di quello che potrebbe essere considerato un vero oratorio estivo, capitanato da sister, una suora a dir poco straordinaria.

La sera cena tutti insieme a kenscoff, festeggiando i 39 anni di matrimonio di Davide ed Elsa e il compleanno di Massimiliano (giornalista).

Due ore abbondanti di tap tap (l'originale pulmino di queste parti) spese a cantare a squarciagola, con un gruppo che ogni giorni diventa più affiatato e compatto.

Dopo una serie di peripezie, dovute alla mancata coincidenza di alcuni voli aerei, ci ha raggiunto il giornalista della Gazzetta dello sport Daniele Redaelli.

Domani in programma, tra le altre cose, l'incontro con il vescovo di Haiti.

Qui il clima dei nostri volontari continua ad essere ottimo. La fatica si sente ma l'entusiasmo cancella tutto. Ieri sera abbiamo fatto una riunione di verifica di quanto realizzato in questi giorni. Emergevano alcune considerazioni. Dobbiamo arrenderci all'idea che non possiamo cambiare il mondo. Pensare che oggi esistano situazioni come quelle di Haiti è "follia e malattia" della nostra società. Stando qui verrebbe voglia di poter cancellare tutto questo. Non è possibile. Noi possiamo solo portare "un piccolo tassello" e dobbiamo farlo nel modo migliore.

Seconda considerazione. Noi vogliamo fare qui uno sport fatto bene. Ieri Alberto ha dovuto "arrabbiarsi" con alcuni bambini che non si comportavano bene durante l'allenamento. Riuscire ad arrabbiarsi con questi bambini è durissima. Ma noi vogliamo essere veri educatori e portare qui uno sport fatto bene, dando a loro la stessa serietà educativa che diamo ai nostri ragazzi.

Terza considerazione. Gli allenamenti stanno andando molto bene. Ogni giorno svolgiamo 5 ore di attività (calcio, basket) coinvolgendo centinaia di bambini nel foyer Saint Louis.

Questo va al di la delle aspettative che avevamo prima di partire.

Appuntamento a domani.

Massimo Achini