Achini: molte certezze per grandi traguardi
Gioire, Servire, Vincere, Confrontarsi, Sfidare, Allenarsi, Vivere. Infiniti presenti per il futuro del Csi. Tutte voci del verbo essere Centro Sportivo Italiano. Assisi 2010 si chiude con alcuni rappresentanti dell’associazione sul palco a testimoniare la gioia e la necessità di vivere un meeting davvero unico. Prenotandosi per il prossimo anno, ciascuno con differenti intenzioni. E le motivazioni di una kermesse così ricca e affascinante le spiega al meglio il presidente nazionale, Massimo Achini, nella sua relazione finale, “dopo un tragitto di due giorni intensi, un ultimo km che può portarci alla vittoria”
Massimo Achini : Certezze che brillano. Chiedete l'impossibile!
C’è e va evidenziata sempre: la differenza dagli altri è il patrimonio del CSI dal quale non potevano prescindere le conclusioni affidate a Massimo Achini. Ai tempi moderni che richiedono novità in serie l’Associazione risponde da Assisi con le “originalità”, sempre fieramente consapevoli di andare controcorrente. La fede è viva ed è forte; quindi è in campo un CSI CRISTIANAMENTE IN FORMA. Ebbene, dalla Terra di S. Francesco si riparte forti di nuove o rinnovate “Certezze”. Quella, innanzi tutto, di “essere chiamati a essere Comunità alla luce del Vangelo. Legittime ambizioni e naturali diatribe non possono e non devono oscurare la missione di dare testimonianza di fraternità. Poi c’è la certezza di avere UN CSI ASSETATO, “sorgente alla quale saziare la nostra sete di pienezza della vita ma anche di umiltà (un bene sempre meno in circolo) che occorre saper pretendere”. E’ inoltre UN CSI SCALZO ma nel contempo moderno, protagonista, dalla parte degli ultimi, dei più deboli. Che vive, insomma, con gioia e coerenza i valori ai quali fa riferimento. Resta l’imperativo di rendere sempre più incisivo il progetto educativo, all’insegna della concretezza e qui Achini fa appello alla capacità e alla voglia di guardare lontano. Non a caso si è insediato il Comitato per il decennio culturale del CSI che nel prossimo mese di maggio sarà chiamato ad un momento importante di riflessione e di sintesi alla luce dei tanti temi biennali alla sua attenzione. Quello di Achini è stato il richiamo finale, intenso ed emozionante alla motivazione profonda di ognuno: “non si è nel CSI per caso” ha detto ed ha chiesto maggiore quotidianità di questo modus vivendi per “far brillare le nostre certezze”. Realisti, dunque, ma pronti a chiedere l’impossibile. L’ultima certezza, ha concluso, “siete voi”, capaci di far brillare le certezze.
La domenica, giornata conclusiva del Meeting di Assisi 2010 si era aperta con la meditazione del consulente ecclesiastico nazionale Csi, Mons. Claudio Paganini ed il successivo intervento di Padre Kevin Lixey, responsabile per il Pontificio Consiglio per il Laici della “Sezione Chiesa e Sport” e l’ a tu per tu con il dirigente sportivo Michele Uva.
Padre Lixey: la forza cattolica del Csi
“Lo sport è un bene comune, perché formato da individui che fanno collettività” è l’incipit del discorso fatto dal sacerdote statunitense. “Uno sport fisico e morale, che contribuisca alla educazione dei futuri cittadini. Sono molte le associazioni che si occupano di sport con grande tecnica e passione. Ma il Csi sa proporre un’attività di qualità che ha ulteriori prerogative” Ecco allora il quintetto base dei principi che contraddistinguono il Csi come associazione cattolica: essere strumento di formazione (impegno nel volontariato”; confessare la fede cattolica, e lo fa attraverso scelte di alcune mete non casuali (Assisi, Terra Santa); la comunione con la Chiesa locale ed universale (invito alla GMG 2011); evangelizzare, essere lievito dello sport come disse Pio XII; vivere la solidarietà” E qui arrivano le citazioni di esperienze vissute con il Csi in Albania, con Operation Smile, e del progetto Csi per il mondo.
Convocato il quintetto, la tattica auspicata da Padre Kevin è quella di avere “metodo, costanza e determinazione” affinché si possa dare testimonianza, come detto da Benedetto XVI che “la fede purifica lo sport”.
Michele Uva : preparare i dirigenti di domani
“Dobbiamo pensare non al dirigente sportivo del 2010, ma a quello del 2020: valori, programmi, obiettivi e strategie. La carta vincente dello sport deve essere la lungimiranza”. Parole di Michele Uva, definito da Michele Marchetti, che lo ha intervistato nel corso della mattinata domenicale dirigente “polisportivo”: nato con il volley, poi passato al basket, quindi al calcio (Lazio e Parma) prima di approdare alla Federcalcio. E con uno sport in più, il rugby, perché si è preso l’impegno di dare una mano al settore giovanile dell’Aquila rugby. Uva, nel suo libro “La Ripartenza” prova a suggerire il cammino da percorrere, “con i fatti e non con le parole, perché a me piace la pratica”. Dall’inizio di novembre la Federcalcio ha aperto un suo Centro studi, nel quale il Csi, ha detto Uva, può essere “un ottimo partner, per quello che sta facendo e vuole fare in futuro sul piano della formazione”. Dal palco di Assisi, Uva lancia la sfida. E dà appuntamento: “qui, fra un anno”. E’ la testimonianza chiara di puntare a fatti e non parole.
Nella sezione FOTOGALLERY, in /2010/2010-12-05 Meeting Assisi mattina, sono disponibili tutte le foto.