Pancalli ad Assisi 2010: Conto sull'aiuto del Csi
Educare iniezione di speranza
I giovani, il loro futuro “l’emergenza educativa”. Tema alto e complesso, quello trattato da Don Alessio Albertini in apertura della seconda giornata del Meeting, perché, appunto, implica una profonda riflessione su aspettative, comportamenti e relative conseguenze del rapporto giovani-adulti. L’universo giovanile è sempre rientrato in una sfera interpretativa negativa : lo dimostrano scritti riportati su una tavoletta di argilla assiro-babilonese del 1000 a.C. o le constatazioni di Pietro l’Eremita nel 1095: egoismo, superficialità, mancanza di rispetto. Ma quanta responsabilità assegnare a geni caratteriali tipici dell’età e quanta invece agli adulti chiamati “a preparare il mondo da abitare”? Questo il seme lanciato da Don Albertini al Meeting di Assisi, indicando poi il terreno sul quale farlo germogliare con buoni frutti: quello della convinta speranza di un mondo diverso attraverso l’impegno di ciascuno, fiducia nel cambiamento, passione per la vita. Più in particolare, la Chiesa ha bisogno oggi di genitori quanto di dirigenti che si riconoscano nei valori del Vangelo ed inoltre bisogna abituarsi a vivere la vita negli ambienti dove essa si svolge, senza giudicare un uomo meramente secondo criteri di efficienza. La stesso Csi deve liberarsi del “tarlo della ripetitività” insito nella pur necessaria burocrazia per privilegiare l’insostituibile rapporto personale. I giovani attendono solo di essere chiamati, accolti, amati nel rispetto della loro libertà.
Cammina, cammina per superare il dolore - Maria Grazia Pastore, ed il nordic walking
Una straordinaria testimonianza personale e, contemporaneamente, un invito a riscoprire la voglia di vivere attraverso lo sport li ha portati ad Assisi 2010 Maria Grazia Pastore, docente di anatomia e fisiologia del corpo umano e primo soccorso. La sua è la storia di una donna che a 48 anni scopre di avere un tumore al seno per il quale i medici le danno ben poche speranze. Ma lei non si dà per vinta e attraverso fasi di prostrazione e di speranza, di sofferenza e di fiducia, scopre in montagna i benefici del nordic walking, il camminare nella natura, con l’aiuto di due bastoncini. La malattia regredisce, lei diventa istruttrice e fonda un’associazione, Nordic Walking Smile, per vivere quest’ esperienza con un sorriso. Maria Grazia Pastore, ad Assisi, oltre alle emozioni trasmesse ai partecipanti con il suo racconto, ha presentato il libro che racconta la sua esperienza. Il titolo: “Nordic walking – Gioia di vivere”.
Le colonne sonore del meeting
Se da qualche tempo “Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano è un po’ il filo conduttore musicale degli appuntamenti Csi, in occasione del Meeting di Assisi, Salvatore Regoli e i suoi dell’Associazione Juppiter hanno puntato anche su un’altra canzone, ricca di significati: “Ho imparato a sognare” di Fiorella Mannoia. Bellissime parole e la sottolineatura forte di quella voglia di sognare, che è uno dei messaggi che il Meeting trasmette a tutta l’associazione. Nella due giorni umbra il finale “… ormai che ho imparato a sognare non smetterò” è diventato non solo il tormentone, ma un’idea fissa per tanti.
I giovani di fronte a lavoro, sanità e sport
Un mini talk show con sei giovani ciessini, più la giornalista conduttrice, Benedetta Rinaldi, a fare le domande e tre personaggi importanti a rispondere: il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, l’ex campionessa di sci di fondo Manuela Di Centa, oggi deputata e membro del Cio, e il direttore di distretto sanitario e formatore del Csi di Padova, Antonino Trimarchi. Dai “botta e risposta” è emerso che non tutto è negativo. E se da Alessandro Tufano, 20 anni, è partito subito l’affondo con la madre di tutte le domande al presidente Inps (“Quale futuro pensionistico mi attende?”) e Francesca Parodi ha chiesto la correlazione fra lavoro e dottrina sociale della Chiesa, le risposte si sono trasformate spesso in utili consigli, quando non in notizie ai più sconosciute. Restando all’Istituto di previdenza (il cui massimo dirigente ha voluto ribadire il rapporto che lo lega con il Csi), appartiene alla sfera dei consigli il suggerimento ai giovani di cominciare la “vita” previdenziale riscattando la laurea. “Fatevelo “regalare” da genitori o nonni – spiega Mastrapasqua – in futuro quel riscatto vi sarà utilissimo. Anche i voucher lavorativi possono offrire un piccolo pezzo di previdenza”. E se non nasconde il cammino difficoltoso in cui l’Inps si è trovato a operare in passato, si sente di assicurare i più giovani a non temere sorprese o trabocchetti, perché finalmente le disposizioni sono molto chiare. E c’è la possibilità di controllare costantemente il proprio estratto conto previdenziale, come si fa con quello bancario. Un consiglio ai giovani è quello di non lasciarsi attrarre dal lavoro nero, mentre è stato ribadito che “la pensione integrativa è una necessità”. E affrontando l’altra faccia dell’Inps, quella che tocca l’assistenza, il presidente Mastropasqua ha parlato di un recentissimo accordo, la firma di una convenzione tra Inps e Coni, che coinvolge gli Enti di Promozione e che riguarda il mondo dello sport.
Antonino Trimarchi, sollecitato da Stefania Congiatu e da Christian Ingrosso, ha parlato di salute e di doping. E, dopo aver definito la salute un contenitore in cui sono inserite tante cose, compreso “un corpo che possa giocare”, ha rilevato come stia meglio di fa più sport e ha “stili di vita sani rinunciando ad alcol, droghe e alimentazione scorretta, in virtù non già di un’astinenza, ma di uno stile di vita sobrio e della capacità di abbandonare le cose inutili”.
Manuela Di Centa, rispondendo alle domande di Silvia Sbrana e Michele Castellari, ha ovviamente parlato di sport. Ha affrontato il tema difficile del doping, parlando della necessità “di una lealtà interiore, di mettere in evidenza i propri valori e di un confronto con gli altri”. “Il doping – ha ribadito la Di Centa – fa male e imbroglia, lede sotto il profilo morale e toglie emozioni a se stessi e agli altri”. Quanto al suo contributo al bene comune, l’ex campionessa ha ribadito come fin da bambina le era nata la voglia “di fare qualcosa che ti sentivi dentro” e come abbia voluto vivere la sua esperienza, fatta di risultati prestigiosi, “non solo come puro agonismo”. “A un certo punto – ha proseguito – acquisite medaglie ed esperienza, mi sono detta: qui c’è qualcosa da fare”. Così spiega il suo impegno nel mondo dello sport (Coni e Cio), così la sua discesa in politica: “Per una donna atleta non tutto è così facile e ho ritenuto giusto mettere in gioco le esperienze fatte per far cambiare mentalità e cultura. C’era da metterci la faccia: nessuno cambia le cose per te”. Infine, Manuela Di Centa ha speso parole positive sull’esperienza di alfabetizzazione iniziata nello scorso anno scolastico nella scuola elementare e che quest’anno prosegue con più classi e maggiori risorse economiche: 7 milioni e mezzo di euro anziché 5. E ha annunciato la nascita di un nuovo liceo a indirizzo sportivo, per formare i manager, gli esperti di marketing e comunicazione e i dirigenti di domani.
Luca Pancalli: L’educazione è fatica. Conto sull’aiuto del Csi
“Il mio incidente è stato un grande dono che ho avuto dalla vita; pensavo di aver perso tutto, ma invece ho guadagnato tanto e dopo tre anni già vincevo medaglie.” Luca Pancalli, a capo del Comitato Italiano Paralimpico”. Questa la sua prima risposta al presidente nazionale del Csi, Massimo Achini, nel talk show “Lo sport e la sfida educativa”.
Un racconto ricco di spunti, di insegnamenti e di grande forza di volontà, come quando in Austria gli insegnarono a rialzarsi dalla carrozzina, da solo, durante i periodi di fisioterapia. “Mi allenavo nell’impiegare meno tempo e per mio padre era uno strazio. Forse scalare il K2 era più semplice, che non l’ora e 27 minuti per sedersi. Adesso tento di dare allo sport ciò che ho ricevuto.”
Il teatro è strapieno e gli applausi non mancano. Anche Achini gli chiede altre risposte: “Credi nello sport che educa? “
“Lo sport è uno straordinario strumento per offrire i veri valori umani – risponde Pancalli – ed è importante investire in questa direzione, ma non sempre la politica è attenta. Invece per i disabili la pratica sportiva diventa uno strumento eccezionale.”
Luca Pancalli pone l’attenzione sull’elevato numero di incidenti che ogni anno portano duemila ragazzi in condizioni di disabilità, e alla domanda perché il Cip abbia scelto proprio il Csi all’interno del suo apparato dichiara: “Perché è una richiesta di aiuto, da soli non possiamo fare tutto quel lavoro che assieme a voi invece riusciamo realizzare. Sono convinto che l’educazione è anche fatica. La straordinarietà della vita è la nostra quotidianità.”
Il presidente del Cip, a 30 anni dal suo incidente, ha concluso dicendo di stare bene con se stesso, perché non è vittima di obiettivi o di risultati da raggiungere. “Sono sereno e chi è sereno con sé stessi, lo è con gli altri. Ho subito tante cose. Mi sento una persona normale. Volevo dare dignità agli atleti. Dovremmo essere tutti un po’ più normali. Lo sport mi ha educato, ci credo; lo sport ancora oggi è in grado di dare un sistema di valori”.
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