Un Master da 110 e lode!
Il Csi torna a casa dal ritiro di Coverciano (19-20 febbraio) con più certezze, conoscenze ed ambizioni su come poter incidere maggiormente sul sistema sportivo italiano. Questo il tema ricorrente nella due giorni formativa, che ha radunato un centinaio di dirigenti associativi, da ogni angolo della penisola (45 comitati, 17 regioni), e che ha visto nel week end di metà febbraio aprirsi un positivo dibattito, capace di offrire spunti, proposte, strategie ai molti presenti, convocati nel tempio del calcio azzurro.
Un Master davvero intenso e ricco, concluso domenica mattina dall’intervento del presidente nazionale Massimo Achini, fiero dell’autorevolezza di cui oggi gode il Csi in ogni zona d’Italia, puntuale nell’incoraggiare il territorio a riaffermare l’identità del Csi, con idee chiare, tra piccoli passi e proposte coraggiose. “Ciascuno di noi – ha detto Achini nel suo intervento - sia testimone nel mondo sportivo ed in quello diocesano per affermare un modello di sport che ribadisca i valori cattolici. Abbiamo un’immensa opportunità. Va colta senza indugi”.
E’ stato Michele Marchetti, direttore della Formazione nazionale, in apertura di Master, sabato mattina, a ripercorrere, attraverso un approfondito excursus storico, le linee costitutive dello sport italiano, attraverso le diverse epoche: dalla nascita del Cio, a quella del Coni, successiva al propagandistico ventennio fascista. Così l’era Onesti, la svolta dell’autofinanziamento (concorsi, Sisal, Totocalcio) dello sport, passando per il riconoscimento degli enti di promozione sportiva, fino agli ultimi decreti (Melandri, Pescante) e al Comitato Olimpico divenuto confederazione delle federazioni sportive nazionali. Un cammino pluricentenario, segnato sempre dai due fattori dell’ autonomia e dell’ internazionalizzazione, in cui “lo sport, - come sottolineato da Marchetti - attraverso le sue regolamentazioni, ha sempre rappresentato l’unica vera forma di diritto internazionale”.
La conclusione della full immersion, che ha visto nell’Auditorium del Centro tecnico Figc di Coverciano, intervenire tre dirigenti sportivi del calibro di Michele Barbone, membro di Giunta del Coni, Michele Uva, oggi in Figc responsabile Sviluppo, Centro Studi, Iniziative Speciali e Roberto Ghiretti, assessore allo sport del Comune di Parma, e direttore dell’omonimo Studio, azienda leader nella comunicazione e nel marketing sportivo, è toccata al presidente Achini.
Nel quadro generale dello sport italiano, il numero uno arancio blu, ha tratteggiato il percorso dell’associazionismo di base e del Csi, dopo aver rivisitato gli anni dell’avanguardia (’44-65), quelli dell’alternativa (’65-’80), della crisi (’80-‘90”) e la ripresa nel nuovo millennio. Con uno sguardo al futuro ha quindi invitato il Csi a seminare ancora per raccogliere frutti. “Come? Essendo sempre più credibili, vivi, operativi con le istituzioni – ha spiegato Achini - essendo in certi casi allenati alla sconfitta, pronti a stimolare nuove progettualità, grazie alle infinite competenze, obiettivamente riconosciute al Csi. Infine aprendo con coraggio il Cantiere delle idee”.
Pronti, via! Ce ne sono molte subito fuoriuscite: le nuove collaborazioni (oltre le convenzioni) con le FSN, l’osservatorio nazionale sullo sport per tutti, pronto a decollare, dopo la delibera della Giunta Coni, una maggiore presenza del Csi nella Giornata nazionale dello Sport per tutti in giugno, ed ancora intese con lo sport professionistico (sono prossime le firme con Lega Calcio di C , di B e di A).
In ultimo Mons. Claudio Paganini, ha spiegato nel suo intervento, quanto potrebbe essere importante, per molti club dello sport di vertice , avere nei propri organigrammi, figure quali un consulente, o cappellano spirituale, che accompagnino i tesserati nei loro percorsi di vita, in alcuni casi difficili. Tanti i nomi, gli aneddoti, e le storie di calcio citate dal sacerdote bresciano, per spronare i comitati del Csi, ed in particolare le figure dei consulenti, a proporsi nel sistema sportivo, con un incarico ecclesiale ed una missione pastorale, in un ruolo oggi inesistente. “I sacerdoti non possono stare in panchina. Devono poter giocare per essere nella partita della cultura sportiva e fare gol”.
Preciso ed esaustivo, l’intervento al Master di Michele Barbone, una lectio brevis, la sua, sul sistema sportivo italiano, con risposte tecniche immediate alle sollecitazioni della platea ciessina. Per cominciare la formazione nello sport, con le varie agenzie (Isef, Iusm, Coni, Enti Locali, Organizzazioni professionali), quindi un passaggio significativo sull’importanza delle Scuole regionali dello Sport del Coni e le sue procedure, e un approfondimento sul regolamento degli Enti di Promozione Sportiva. Qualche dato statistico sulla pratica sportiva, brevi cenni sulle leggi regionali, un accenno al registro del Coni e sulla giustizia sportiva ed infine l’ordinamento nazionale ed internazionale vigente.
Michele Uva e Roberto Ghiretti, hanno preso entrambi dal loro passato pallavolistico, per rispondere, difendere, attaccare e fornire assist alle molte proposte, spunti e suggerimenti dei dirigenti in sala a Coverciano, coordinati dal condirettore della Snad, Eugenio Imperatori. Diversi i set disputati; si va dalle esperienze dirigenziali di Michele Uva, che dal palco ha proposto dieci punti cardine, (buon senso, formazione, crescita, flessibilità, passione, limite, regole, anticipare i tempi, economicità, etica) le parole chiave per avere successo nel lavoro, a quelle finite nel campo di Roberto Ghiretti, che da assessore, spiega: “Il Csi ha un mondo di positività, e per l’amministrazione pubblica rappresenta un partner credibile per la sua dignità. Occorre saper costruire modelli e progetti capaci di innovare. Serve una progettualità entusiasmante, programmatrice, coinvolgente, radicata nel territorio, valorizzabile”.