Non è ben chiaro di chi sia stata l’idea di invitare l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, in un istituto scolastico superiore di Vico di Agropoli per tenervi, il 9 febbraio, un incontro conferenza su “I valori dello sport”. Né è chiaro se alla fine l’incontro ci sarà, visto che, saputo della vicenda, il ministro dell’Istruzione ha fatto aprire un’inchiesta, tanto abnorme gli suonava che l’imputato numero uno di «Calciopoli», già squalificato dai tribunali della Figc, si mettesse a disquisire di valori sportivi. L’educazione della gioventù è una faccenda delicata, la scuola anche, e bene fa il ministro a pretendere di capire meglio l’origine e il senso dell’invito rivolto a Moggi. Tuttavia l’idea in sé, di chiunque sia stata, merita un approfondimento. Mettersi a dibattere negli istituti scolastici superiori il tema dei valori dello sport non è affatto faccenda pellegrina, anzi potrebbe essere un gran cosa, visto che lo sport moderno si mostra spesso assai ricco di valori proclamati quanto avaro di valori dimostrati. Proprio «Calciopoli» ha rivelato che la dimensione dell’etica sportiva non può essere limitata a quanto avviene sul campo di gioco, e che il problema dei valori va ben oltre l’impiego di un autentico fair-play da parte di chi gareggia. È il sistema che deve essere etico nel suo insieme, ai suoi vari livelli di responsabilità morale. Così, ad esempio, non è etico il sistema che esclude il meno dotato, che schiaccia chi è economicamente più debole, che usa lo sport come paravento per affarismi più o meno leciti, che omette di ricercare la promozione umana e l’educazione giovanile, che insomma non persegue il «bene comune» attraverso il mezzo sportivo. Da questo punto di vista «Calciopoli» ha mostrato scenari inquietanti, aggravatisi oggi, quando si va scoprendo che anche gli ultimi «innocenti» di quella vicenda avevano belli scheletri nascosti negli armadi. Far finta di credere che tutto sia stato responsabilità transitoria di un singolo, da mettere in quarantena, e che quindi non metta conto parlarne, è un modo per lasciare che lo cose continuino ad andare come vanno. Se poi serve invitare Luciano Moggi per incominciare a dibattere sul senso e sul futuro dell’etica sportiva, io ci sto….