Tanti parlano di un ritorno allo «spirito oratoriale» del calcio, ma pochi poi hanno il coraggio di rivisitare, almeno, quell’antica scuola che ha educato i migliori talenti del pallone nazionale (da Rivera ai fratelli Baresi, fino a Beppe Bergomi e a Pierluigi Casiraghi solo per rimanere nell’hinterland milanese), prima dell’era imperante dello show-business. L’Inter del presidente Massimo Moratti, questo coraggio l’ha trovato insieme al Centro Sportivo Italiano. Dall’11 novembre infatti prenderà il via un progetto triennale (rinnovabile per altri tre) tra l’F.C. Internazionale e il Csi «allo scopo - si legge nel Protocollo di intesa - di elaborare iniziative finalizzate alla valorizzazione e alla promozione dei valori educativi dello sport giovanile».
L’accordo, senza precedenti siglato lo scorso 12 ottobre, presso l’ oratorio di San Michele e Santa Rita, consentirà ad oltre 500 squadre giovanili d’oratorio del CSI Milano di giocare senza pagare alcuna iscrizione. Sarà il club nerazzurro a regalare la partecipazione ai campionati invernali del Csi, avendo stanziato 35mila euro l’anno. L’intesa è un segnale forte che va nella direzione intrapresa dal monumentale Giacinto Facchetti che prima della sua scomparsa aveva indicato la strada di ritorno al calcio d’oratorio. « Così avrebbe voluto Giacinto – ha spiegato l’ad e direttore generale dell’Inter, Ernesto Paolillo -.Facchetti non solo aveva tracciato il cammino ma è l’emblema dello stretto rapporto mai interrotto tra calcio e oratorio. Giacinto arrivò al grande calcio partendo dal mondo oratoriale del quale ha sempre mantenuto intatta la forte etica cristiana e la concezione dello sport come spirito di aggregazione. Uno spirito che va trasmesso ai più piccoli, le nostre speranze per il futuro».
Alla stretta di mano tra il baby-capitano interista e quello del GS Anni Verdi, formazione di casa dell’oratorio meneghino, ha fatto anticipo una cerimonia in piena regola alla quale hanno partecipato oltre a Paolillo, per l’Inter, Milly Moratti, e due big della prima squadra del calibro di Santiago Solari e Paolo Orlandoni. A rappresentare l’universo sportivo oratoriano Don Massimilano Sabbadini e Massimo Achini rispettivamente consulente ecclesiastico e presidente del CSI Milano.
“Quello che porterò a casa da questo Oratorio – ha detto Paolillo – è un sentimento di grande entusiasmo unito alla convinzione, oggi ne esce rafforzata, di quanto sia fondamentale riconoscere il valore sociale dello sport: uno strumento fondamentale per superare le numerose problematiche giovanili. E’ emozionante vedere la passione che nasce da questi eventi. Fino ai 14 anni - ha continuato il dg interista - credo che sia bello oltre che necessario prendere il calcio in maniera oratoriale, ovvero viverlo esclusivamente come un gioco. Lo spirito ludico va preservato, ma è chiaro che il ragazzo di talento è giusto che poi venga seguito e curato in un settore giovanile professionistico. Questo non vuol dire rinunciare agli insegnamenti dell’oratorio, anzi”.
“Gli Oratori stanno lavorando molto bene – ha proseguito la signora Moratti – nonostante spesso siano lasciati soli. Costituiscono un patrimonio non trascurabile. L’Oratorio è rimasto uno dei pochi luoghi, dove realmente non esistono barriere tra le persone: è il luogo della convivenza. Sia io che di mio marito (Dott. Massimo Moratti, presidente F.C. Internazionale) e tutta l’Inter vogliamo contribuire affinché l’attenzione verso gli oratori sia continuativa e non sporadica. E’ importante, inoltre – ha continuato Milly Moratti – sottolineare come i due campioni che ci hanno accompagnato siamo, prima di tutto, giovani con alle spalle una storia nata sui campi dell’oratorio”.
Un ulteriore incoraggiamento è arrivato dalle parole di Mons. Gianni Zappa, Moderator Curiae, lette da Don Massimiliano Sabbadini; Frasi nelle le quali veniva sottolineata l’importanza della collaborazione come un strumento concreto per sostenere la preziosa attività dei gruppi sportivi oratoriani. Lo stesso Don Massimilano, ha quindi evidenziato, la concretezza di questo gesto in un mondo capace di parlare molto di sport senza mai scendere sul piano operativo. “E’ importante – ha dichiarato il direttore del FOI - darsi da fare per favorire l’attività sportiva che attraverso l’ispirazione ai vari valori, abbia quale prima preoccupazione la crescita e la maturazione dei ragazzi. Ben venga, quindi, l’aiuto di Inter e ben venga che ad ospitare un evento così importante sia un “normale” oratorio”.
“L’accordo che abbiamo firmato questa sera – ha affermato Massimo Achini – lascerà un segno indelebile nel rapporto tra sport di base e professionistico instaurando un circolo virtuoso a favore dei ragazzi da una parte e dello sport di vertice dall’altro. L’attenzione della famiglia Moratti e del Dott. Paolillo sono una realtà tangibile: le parole lasciano spazio ai fatti. Siamo riusciti a regalare un sorriso agli oratori: realtà che, contrariamente a quanto sembra, non sono in crisi."
La festa è continuata quindi sul campetto degli Anni Verdi con la partita tra i ragazzi della società ospitante e i giovani dell’Inter. Due i momenti significativi che hanno dato il via all’incontro: la preghiera, che ha visto tutte le squadre e i dirigenti riuniti a centro campo e il calcio di inizio tirato da Solari e Orlandoni.
Importanti le parole del portiere: “Lo sport è un mezzo prezioso attraverso il quale avvicinare i ragazzi e i giovani ad uno stile di vita sano e positivo. Sono felice che la mia società sia di aiuto affinché questo progetto si realizzi”. Prezioso anche l’assist del sudamericano Solari. “Mi sento parte del progetto e, guardando questi ragazzi, mi sembra di rivedere me stesso alcuni anni fa. Avverto, con piacere, che intorno a questo accordo c’è molto entusiasmo e si sono forti aspettative”.
Un’ altra frase del talento argentino torna in mente proprio al dg interista Paolillo, che la ricorda: “ Assistevamo a una gara dei Pulcini dell’Inter e Santiago si rammaricava: “Se un giorno uno di questi bambini avrà la fortuna di debuttare in serie A, non proverà mai la stessa emozione che ebbi io quando entrai in uno stadio vero e grande come San Siro. Io da bambino in Argentina sono cresciuto su un campetto di calcio spelacchiato e ho imparato a stoppare il pallone tra le pietre…”. I nostri campi degli oratori non sono così duri come quelli in cui giocava Solari, ma possono insegnare a credere nei valori forti e a crescere sani a migliaia di ragazzi».