L' Europa aiuta lo sport di base

Mentre in Italia i Comuni e le Regioni, alle prese con i tagli dei finanziamenti, rischiano di dover ridurre i fondi a disposizione dello sport di base e delle società sportive, l’Unione Europea si prepara a stanziare oltre 200 milioni di euro a favore dello sport di base. La bella novità è stata annunciata a Bruxelles da Roberto Pella, membro del Comitato delle Regioni della U. E.. Lo abbiamo avvicinato, per domandargli come si sia arrivati a questo risultato e come saranno utilizzati i fondi.

L’Europa gioca in contropiede. Mentre tutti i Comuni e le Regioni “tagliano” i fondi a disposizione dello sport di base e delle società sportive l’Unione Europea si prepara a stanziare oltre 200 milioni di euro a favore dello sport di base. Come si è arrivati a questa vittoria e come sarà utilizzato questo prezioso finanziamento? 

Il commissario Ue allo Sport, Androulla Vassiliou, ha trasmesso la Comunicazione della Commissione Europea dal titolo “La dimensione Europea dello Sport” , per l’espressione di un parere in merito, al Parlamento europeo, che ha nominato relatore Santiago Fisas, ed al Comitato delle Regioni, che mi ha nominato relatore, e come esperto, ho nominato il Vice Presidente della FGCI Demetrio Albertini. Nel documento approvato dal Comitato delle Regioni, abbiamo insistito soprattutto sul concetto di sport per tutti, non soltanto professionistico. Infatti io e Demetrio siamo fortemente convinti del ruolo sociale dello sport, per prevenire fenomeni di esclusione sociale, e soprattutto del ruolo di garante della salute: infatti con lo sport è possibile prevenire innumerevoli patologie, che gravano enormemente sui bilanci delle Regioni europee. Inoltre lo sport svolge un ruolo indispensabile per l’inclusione sociale, intesa non solo nel senso di integrazione sociale di persone provenienti da diverse aree geografiche, ma anche nel senso di integrazione sociale delle persone disagiate o con handicap fisici e sensoriali. Veri attori del mondo sportivo sono le associazioni, che riescono a raggiungere le fasce più deboli della popolazione, in particolare giovani e anziani. La nostra vittoria è stata raggiunta grazie ad un impegno costante mio e di Demetrio, nel coinvolgere il più possibile nella stesura del parere, i soggetti protagonisti del mondo sportivo italiano, in primis il CONI, che ci hanno dato una visione a 360° gradi di tutti gli aspetti che era importante non trascurare. In questo modo abbiamo ottenuto il finanziamento di 210 milioni di euro, che verrà investito sullo “sport per tutti” nei prossimi sette anni. Abbiamo inoltre chiesto alla Commissione Europea ingenti finanziamenti vengano previsti tra i fondi strutturali europei (FESR), a favore dell’impiantistica sportiva, e all’interno del fondo sociale europeo (FSE), vista la valenza fortemente sociale dello sport, in grado di dare posti di lavoro anche a medio termine.

 Dalla stragrande maggioranza delle persone l’unione Europea è vista come qualcosa di lontano e di inafferrabile. Forse dobbiamo abituarci a cambiare mentalità. Quanto oggi l’Unione Europea crede nello sport? Quanto può incidere nelle politiche sportive degli stati membri? 

L’Unione Europea crede fortemente nello sport. L’art. 165 del Trattato di Lisbona riconosce all’UE un ruolo  di supporto, coordinamento e complemento nel settore dello sport. Una strategia vincente deve innanzitutto coordinare gli interventi nel settore dello sport con quelli ad esso correlati: salute, istruzione, formazione, gioventù, sviluppo regionale e coesione, inclusione sociale, occupazione, cittadinanza, giustizia, affari interni, ricerca, mercato interno e concorrenza. Infatti lo sport può contribuire efficacemente a raggiungere gli obiettivi strategici a lungo termine dell’UE, in particolare alla strategia Europa 2020. La complessità delle proposte per azioni comuni in ambito sportivo richiede la cooperazione informale tra gli Stati membri per garantire il costante scambio di buone prassi e la diffusione dei dati riguardanti i risultati conseguiti.  Credo che con il Libro Bianco si sia aperto un varco importante, ma con quest’ultima comunicazione europea si sia voluto entrare nel cuore del futuro ruolo dell’Europa.

 Lei ha giocato la partita europea al fianco di un grande amico del Csi: Demetrio Albertini. Quanto è stato importante il contributo del Vicepresidente della FIGC? 

Il contributo di Demetrio Albertini è stato importantissimo, fondamentale, in quanto ha avanzato proposte innovative, che sicuramente faranno crescere molto il settore sport in futuro. Tra i ''punti centrali'' del documento che abbiamo fatto approvare c'é l'iniziativa sull'alfabetizzazione motoria, che parte dal progetto del Coni per ''dare più ore alle scuole per fare attività fisica''. Un punto, questo, 'che sicuramente e' condiviso e apprezzato dal commissario Ue all'Istruzione, Androulla Vassiliou'.  In secondo luogo, il parere chiede di ''valorizzare gli atleti al termine della loro carriera sportiva'', per trasformarli in ''veri e propri ambasciatori, per trasmettere non solo l'insegnamento sportivo, ma quelli che sono i valori, le buone educazioni, il fair play''.  Visto l’enorme successo del progetto  ERASMUS, abbiamo chiesto che venga attivato anche un progetto ERASMUS per lo sport, cioè la creazione di college (dello sport) in stile americano a livello europeo, permettendo agli atleti di studiare, oltre alla pratica sportiva, con scambi tra Paesi dell’Unione Europea. Proposte molto importanti sono state avanzate anche in riferimento alla lotta contro il doping e contro le scommesse clandestine. Si è chiesto di considerare i reati collegati al doping alla pari dei reati per le sostanze stupefacenti, quindi prevedendo un drastio inasprimento delle pene. Anche per le scommesse clandestine urge un inasprimento delle pene; inoltre si chiede di prevedere che parte degli incassi derivanti dalle scommesse legali  sugli sport più diffusi (ad esempio le scommese sulle partite di calcio) vengono destinati agli sport di base e minori. Abbiamo inoltre rimarcato con forza l’importanza di valorizzare i vivai giovanili, vera risorsa dello sport, che troppo spesso sono penalizzati a favore del professionismo.

 Lei conosce bene il Csi e la sua mission di educare alla vita attraverso lo sport. Quale ruolo è chiamata a giocare la nostra associazione nel tempo di oggi?  

Ritengo il ruolo del CSI fondamentale. Infatti le associazioni sportive affiliate al CSI riescono a raggiungere tutte le fasce della popolazione, anche in zone marginali di periferia, ed in particolare sono un punto di riferimento per giovani e anziani. Credo che i Comuni debbano sostenere il più possibile le associazioni e gli enti di promozione sportiva, perché oggi più che mai c’è necessità del loro impegno: grazie al volontariato riescono ad essere parte del tessuto sociale e a svolgere un ruolo assolutamente di primo piano, coadiuvando in questo il Comune. Io, anche in quanto responsabile nazionale ANCI per lo Sport, mi impegno in questa direzione da sempre, nell’ottica di collaborazione tra le varie istituzioni, Comuni, associazioni sportive  ed Enti di promozione sportiva. In questo particolare momento storico i Comuni hanno forti difficoltà economiche, che impongono tagli dolorosi: il CSI  anche soprattutto grazie al volontariato coniuga efficacemente costi minori e maggiore incisività sociale.

 Una delle campagne principali del Csi di oggi è : “Un gruppo sportivo in ogni Parrocchia”. Lo sport in Oratorio secondo noi non rappresenta il passato ma il futuro dello sport italiano. Giusto o sbagliato? 

Giusto. Ho una formazione cattolica. Sono stato all’asilo e ho frequentato le scuole superiori  dalle suore, ho frequentato l’oratorio della mia Parrocchia fin dai 6 anni e, crescendo, ho sempre partecipato attivamente alla vita dell’Oratorio come animatore. Sono fortemente convinto dell’importanza del ruolo dell’Oratorio all’interno della Comunità, e soprattutto dei valori che esso veicola, in base agli insegnamenti di Don Bosco. Gli Oratori riescono a raggiungere tutti i ceti sociali, fanno da collante della società, veicolando valori, cultura, educazione. Promuovono l’integrazione sociale, in linea con i fondamentali principi cattolici del rispetto e dell’aiuto nei confronti del prossimo. In qualità di responsabile ANCI per lo sport e le politiche giovanili  perseguo e auspico una forte sinergia con la Conferenza Episcopale e con le associazioni che operano presso le Parrocchie. Non lo dico in quanto cattolico, ma come cittadino e amministratore italiano; questi sono i veri luoghi per una completa crescita e formazione della persona. Proprio perché amo testimoniare il mio pensiero con i fatti, in questi giorni sto formalizzando con il Parroco di Valdengo la richiesta per un contributo regionale per il campo da calcio dell’Oratorio. Il Comune si farà carico degli oneri finanziari, per installare sul vecchio campo da calcio un moderno campo sintetico e per ristrutturare gli spogliatoi dello stesso.

 Le società sportive rappresentano un patrimonio preziosissimo per il nostro Paese. Si basano esclusivamente sul volontariato e sono vere agenzie educative. Oggi sono in crisi, si sentono abbandonate dalle istituzioni e tirano avanti tra mille difficoltà. Cosa direbbe ai dirigenti e ai presidenti di queste splendide realtà? 

Purtroppo è vero. I Comuni sono in forte difficoltà finanziaria e spesso i primi fondi ad essere tagliati sono quelli degli Assessorati allo Sport. Io, prima come Sindaco di Valdengo e attualmente come Assessore della Città di Biella, ho sempre sostenuto l’associazionismo sportivo, dando loro in gestione gli impianti sportivi comunali, a fronte di finanziamenti per le spese di gestione e con contributi finalizzati alle loro attività e iniziative. Ai Presidenti ed ai dirigenti delle società sportive dico di stringere i denti ed andare avanti: gli enti locali non si sono dimenticati di loro e sono fortemente consapevoli dell’imprescindibile ruolo educativo e sociale che svolgono. Sono fortemente convinto della necessità di un’intesa tra CINSEDO (Conferenza delle Regioni Italiane coordinata dall’Assessore del Friuli Venezia Giulia, Elio De Anna) ed i Comuni. Per fare ciò credo che molti miei colleghi però debbano acquisire una visione più ampia ed a lungo termine. Non bisogna commettere l’errore di fare biechi ragionamenti con finalità elettorali, che spesso non vanno al di là degli anni del loro mandato elettorale, ma concentrare l’attenzione sul fatto che investire oggi sullo sport significa risparmiare domani, ad esempio sulla spesa sanitaria che incide pesantemente, con l’80%, sui bilanci delle Regioni Italiane. Occorre fare nostre le buone prassi di molti Paesi europei lungimiranti, che investendo sullo sport, efficace politica di prevenzione, hanno diminuito la spesa sanitaria e contenuto gravi problematiche sociali.

 Il Csi nel 2012 vuole organizzare un grande convegno nazionale dal titolo: “Lo sport sfida le istituzioni: una nuova alleanza per il bene dei giovani e del paese.” Possiamo contare sul suo aiuto? 

Certamente! Alla fine di settembre il Sottosegretario allo Sport On. Rocco Crimi ha insediato  due tavoli importantissimi. Uno sull’impiantistica sportiva e uno sulla nuova governance dello sport. A questi tavoli partecipo come rappresentante dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani insieme al rappresentante dell’Unione delle Province Italiane, della Conferenza delle Regioni Italiane, del CONI, del Comitato Parolimpico e dei Ministeri competenti. Cercheremo di dare un forte impulso ad una nuova stagione sportiva italiana. Riguardo all’impiantistica sportiva, l’obiettivo è di rimodernare le strutture sportive esistenti: delle circa 140.000 strutture sportive italiane il 98% è di proprietà dei Comuni. Per quanto mi compete, la proposta ANCI che porterò avanti con forza, è di investire in modo proficuo, sull’impiantistica esistente, risorse dei Comuni e statali; inoltre sarà necessario fare accordi con le scuole, affinché, messe a norma le strutture esistenti, in particolare le palestre scolastiche, possano essere messe a disposizione dell’associazionismo sportivo al di fuori dell’orario scolastico.  In questo il CSI sarebbe attore fondamentale, insieme agli altri enti, per coordinare le associazioni sportive e garantire un utilizzo uniforme, paritario e completo degli impianti.

 Il tema dell’anno del Csi è : l’educazione sfida lo sport. Cosa ne pensa? 

Credo che nel parere di cui sono stato relatore, approvato e condiviso da tutti i gruppi politici e da tutti i rappresentanti delle 27 Nazioni dell’UE, ci siano moltissimi principi comuni al tema dell’anno del CSI. Colgo anzi l’occasione per ringraziarvi, perché molti principi in esso contenuti sono i vostri principi, ed è dal CSI che ho preso spunto. Il parere “La dimensione Europea dello Sport” reca le firme “Pella e Albertini”, ma credo che potrebbe essere tranquillamente apposta in calce la “firma CSI”.

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