Auguri di cuore, Ministro Gnudi

La nomina di un Ministro dello sport, nella persona di Gnudi, va accolta come segnale di una attenzione specifica del governo Monti al mondo dello sport italiano. Potrebbe essere un primo passo per sistemare le questioni che lo sport ha in sospeso, a cominciare da quella promozione dello sport per tutti che figura anche tra le urgenze del Coni

Su quello che sarà il programma del governo Monti continuano ad esserci, per ora, solo indiscrezioni e nessuna indicazione ufficiale. L’unica certezza è che si cercherà di avviare un processo, oltre che di risanamento economico, di riforma e di ammodernamento del paese.
Intanto il mondo dello sport incassa un’interessante quanto inattesa novità: la nomina di un Ministro dello Sport, oltre che del Turismo, nella persona del bolognese Piero Gnudi, 73 anni, noto economista e manager d’azienda. Lunedì il neoministro ha incontrato il presidente del CONI, Giovanni Petrucci.
Il Foro Italico ha fatto sapere che nell’occasione «
sono state discusse le tematiche generali attinenti il momento dello sport italiano ed esaminate le questioni di più rilevante attualità» e che il presidente Petrucci ha confermato a Gnudi la più ampia disponibilità del CONI a collaborare «per il raggiungimento dei comuni obiettivi». Per sapere quali siano le questioni di più rilevante attualità e i comuni obiettivi  probabilmente dovremo aspettare ancora.
Nell’attesa, la nomina di un Ministro dello sport all’interno di un Governo votato alle riforme va interpretata come un’interessante apertura. Quanto interessante, lo si può valutare meglio facendo un passo indietro. 
Il Ministero dello Sport è stato a lungo il convitato di pietra al tavolo dei governi del dopoguerra. Nel maggio 1947 il D.L. n.362 confermò al Coni il compito di gestire e organizzare l’intero sport italiano, sia pure sotto la vigilanza del Ministero Turismo e Spettacolo.
Di fatto ciò rendeva superfluo un autonomo Ministero dello Sport, e al massimo si provvedeva alla nomina di un Sottosegretario con delega al settore. Poi arrivò l’epoca dei Ministri che accorpavano tre portafogli: Turismo, Sport e Spettacolo, con una connessione tra i settori che si fa fatica a comprendere, se non per la volontà di accorpare tre aree ritenute marginali rispetto ad altre degne di un Ministero tutto loro. Finalmente nel 2006, con il secondo governo Prodi, fu istituito un Ministero delle politiche giovanili e delle attività sportive. Con i governi Berlusconi si rimase nella formula del Sottosegretario con delega. Ecco perché la nomina di un Ministro dello sport, nella persona di Gnudi, va accolta come segnale di una attenzione specifica del governo Monti al mondo dello sport italiano.
A dire il vero c’è chi ha ipotizzato anche che la nomina nel ruolo di un uomo di finanza e di management, ma che non può essere definito un “tecnico” del mondo sportivo, sia avvenuta in vista della corsa per l’assegnazione delle Olimpiadi del 2020 a Roma e della possibilità di portare a Bologna le Universiadi del 2019. Più freddi i commenti di alcune componenti del mondo dello sport, che hanno rilevato come si tratti comunque di un Ministero senza portafoglio, e come l’accorpamento Sport e Turismo riproponga un’impostazione superata.
Noi preferiamo avere fiducia nelle qualità della persona, accontentandoci per ora del fatto che allo Sport è stata restituita la dignità di settore della società civile così rilevante da meritare un Ministero tutto suo. Potrebbe essere comunque un primo passo per sistemare le questioni che lo sport ha in sospeso, a cominciare da quella promozione dello sport per tutti che figura anche tra le urgenze del Coni. A nome di tutti i cittadini che amano lo sport, auguri di tutto cuore, Ministro Gnudi.